Assistenza igienico-personale: il consiglio comunale approva nonostante tutto

Assistenza igienico-personale: il consiglio comunale approva nonostante tutto

19/10/2010 - (L'Opinione)

Dopo una serie d'incontri con esponenti del Consiglio Comunale nella seduta di ieri sera il consesso ha approvato lo schema del servizio di assistenza ai disabili nelle scuole, assumendosi la responsabilità morale di una scelta, a nostro modo di vedere irrazionale. Di sguito riportiamo il testo della lettera aperta al consiglio comunale inviata da Confcooperative e Legacoop

"Da molti anni i servizi alla persona, nel comune di Catania, vengono erogati attraverso l’intervento del privato sociale ed in particolare della cooperazione sociale, che ha costruito nel tempo professionalità idonee ed ha garantito, anche nei momenti di massima difficoltà economica dello stesso comune, e dei correlati ritardi nei pagamenti ai fornitori (talvolta di quasi un anno) la continuità del servizio alle fasce deboli della città.
Oggi viene posta da parte dell’Amministrazione comunale l’esigenza di una rivisitazione del sistema di erogazione dei servizi di welfare, ipotesi che ha visto e sta vedendo la cooperazione sociale soggetto attivo nell’ambito di una progettualità che guardi agli interessi generali e dell’utenza debole.
Ciò premesso, riguardo alla vicenda di cui all’oggetto puntualizziamo quanto segue:
• L’Amministrazione comunale era cosciente che, per arrivare ad erogare il servizio di assistenza igienico personale ai minori nelle scuole catanesi, sarebbe stato necessario approntare per tempo il bando di gara, in modo tale da rendere operativo il servizio con l’apertura dell’anno scolastico 2010-2011. Ciò non è stato fatto. Addirittura ci risulta che gli uffici dell’Assessorato ai servizi sociali avevano iniziato questo iter nel mese di maggio 2010 e che lo stesso è stato stoppato per cause a noi sconosciute. Su questa questione le Centrali Cooperative sono state convocate più volte dall’Assessore Pennisi, a partire dal 17 settembre 2010 e sin dalla prima riunione c’è stato riferito che non era più possibile predisporre un bando di affidamento del servizio, in quanto non c’erano più i tempi tecnici per approntarlo. In questo l’Amministrazione comunale mostra tutta la sua inefficienza, che sta provocando e provocherà danni e disagi all’utenza, ai lavoratori ed alle imprese;
• Il sistema proposto prevede l’affidamento del servizio agli istituti scolastici che dovrebbero assumere direttamente personale idoneo selezionandolo attraverso un bando e ciò era già stato concordato, prima del 17 settembre 2010, tra l’Assessorato ai servizi sociali ed il Provveditorato agli Studi di Catania, senza che il Consiglio Comunale e le stesse scuole ne fossero a conoscenza.
• Si arriva inoltre al paradosso che di fronte ad una inefficienza degli uffici dell’Assessorato in luogo di individuare i responsabili e adottare le conseguenti iniziative si persegue la modifica radicale delle procedure fin qui adottate ponendo il Consiglio Comunale davanti ad una scelta di un fastidioso aut aut che impone l’assunzione di una decisione sotto la spinta dell’emergenza e senza il doveroso e necessario approfondimento;la predisposizione del servizio così come disegnato dall’Amministrazione comunale, prevede infatti anche la modifica del Regolamento comunale, che stabilisce i criteri ed i ruoli per l’erogazione del servizio. Ci chiediamo allora se sia razionale ricorrere ad un atto così delicato, come una modifica di regolamento, per sanare una palese mancanza dell’Amministrazione, addossando la responsabilità al Consiglio Comunale, senza provvedere a sanzionare in alcun modo i responsabili di tale inefficienza. Inoltre evidenziamo che approntare un bando per la selezione del personale ha tempi tecnici, che sono certamente paragonabili a quelli necessari per predisporre un bando di affidamento del servizio alle cooperative sociali, così come è stato fatto fino ad oggi. Anche per questo non è chiara la ratio che sottende alla pervicace volontà dell’Amministrazione;
• Evidenziamo le palesi difficoltà organizzative che deriverebbero dalla gestione del servizio, così come concepito. Infatti, se il servizio venisse svolto da un’impresa, questa sarebbe tenuta a garantire la continuità lavorativa, per cui se un operatore dovesse assentarsi, verrebbe immediatamente sostituito senza creare disagi all’utenza. Avverrebbe lo stesso anche nel caso di gestione diretta del servizio da parte delle scuole? Noi crediamo di no. Inoltre l’amministrazione ha affermato che con questa soluzione si avrebbe un risparmio di circa 500.000 euro, rispetto ai 1.200.000 spesi attraverso l’affidamento del servizio alla cooperativa sociale. Anche su questo sottolineiamo che i rapporti di lavoro istaurati dall’impresa sono di tipo subordinato e quindi garantiscono all’operatore il versamento completo degli oneri previdenziali, la tredicesima mensilità, il TFR ed il godimento di tutti i diritti derivanti dall’applicazione del Contratto Collettivo nazionale delle cooperative sociali. Di contro le scuole assumerebbero i lavoratori attraverso una collaborazione a progetto. Solo così si realizzerebbe il presunto risparmio ipotizzato dall’Amministrazione. Ma questo ha certamente un profilo d’illegittimità, in quanto la pubblica amministrazione non può utilizzare la formula del CO.CO.PRO per assumere personale ed in ogni caso tale formula non può applicarsi al caso in cui gli addetti sono chiamati a svolgere i loro compiti in tempi prestabiliti, senza nessuna autonomia di ordine lavorativo. Ciò determinerebbe in breve la creazione di una nuova stagione di precariato, che prima o poi si trasformerà in un problema per le stesse scuole. Infatti i lavoratori, ricorrendo al Tribunale del lavoro, potrebbero chiedere la trasformazione del CO.CO.PRO in lavoro subordinato. Su chi ricadrebbe questo costo?
• Il protocollo d’intesa tra Comune di Catania, Csa e scuole prevederebbe un trattamento di favore per gli stessi istituti scolastici, che, preoccupati dei fisiologici ritardi di erogazione dei fondi, chiedono addirittura l’anticipazione delle somme prima dell’erogazione del servizio. Si tratta di una vera discriminazione tra lavoratori che opererebbero in nome e per conto del Comune, attraverso le scuole, e quelli delle cooperative sociali che erogano gli altri servizi alla persona sempre in nome e per conto dell’amministrazione comunale, con il conseguente innalzamento del livello di tensione sociale;
• Infine l’Amministrazione ha tentato di rassicurare le forze sociali e lo stesso consiglio comunale sul futuro lavorativo degli operatori che fino a giugno 2010, da tanti anni, hanno svolto questo servizio. Anche in questo caso riteniamo che la normativa vigente non permette di “blindare” e quindi garantire il posto di lavoro a questi addetti. Infatti i criteri di scelta del personale, attraverso bando, devono tener conto dell’esperienza nel settore e dei titoli posseduti dai singoli candidati, ma non possono in alcun modo discriminare chi sia diverso dai lavoratori fin ora impiegati.

Per tutto questo contestiamo l’irrazionalità della scelta già assunta dall’Amministrazione comunale. Temiamo che questo sia solo l’inizio di una deriva che potrebbe portare a breve allo smantellamento dell’attuale sistema di welfare, alla estromissione delle cooperative sociali dall’erogazione dei servizi alla persona. Viene da chiedersi: Cui Prodest? Ci sono questioni che non riusciamo a vedere?"

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